Questo libro narra un fatto misconosciuto della storiografia sul fascismo-antifascismo nel nostro paese. E dimostra come una battaglia perduta per la mancata unità delle forze democratiche possa poi decidere per decenni le sorti della libertà di un intero popolo. Fu infatti così per la "battaglia di Novara" del luglio 1922, che può essere considerata come una pre-marcia su Roma. In quell'anno, contro gli assalti fascisti molto forte rimaneva la resistenza nel triangolo Torino-Milano-Genova, che costituiva la base su cui poggiava ogni possibilità di resistenza dell'antifascismo. La provincia di Novara ne era geograficamente l'avamposto strategico. Nella ricostruzione di questo fatto storico Cesare Bermani utilizza molte testimonianze orali, una copiosa documentazione scritta fornita dalle cronache dei giornali dell'epoca e documenti degli Archivi di Stato. Oltre a dimostrare che la causa della sconfitta della "battaglia di Novara" fu nella mancata unità delle forze comunista, socialista e dei partiti democratici, l'autore mette in evidenza i gravi errori attribuibili ai loro gruppi dirigenti a livello locale e nazionale.
La battaglia di Novara (conosciuta anche come battaglia della Bicocca dal nome del omonimo sobborgo sud-est di Novara, dove si combatterono gli scontri più importanti) fu una delle ultime battaglie della prima guerra d'indipendenza italiana, svoltasi il 23 marzo 1849) durante il Risorgimento e si concluse con la completa vittoria dell'esercito ...
La battaglia di Novara, detta anche battaglia dell'Ariotta, venne combattuta il 6 giugno 1513. Le truppe svizzere, parte della Lega Santa, sconfissero i francesi guidati da Louis de la Trémoille, costringendoli ad abbandonare Milano. Come conseguenza il Ducato di Milano tornò sotto Massimiliano Sforza